Anche questa settimana il consueto appuntamento con le pillole di Psicologia di Serenissima Ristorazione, grazie ai consigli della Psicologa Dott.ssa Annunziata Lettiero su come spiegare ai bambini queste nuove abitudini sociali e quali opportunità potranno esserci. Mai come adesso il comunicare con i più giovani deve andare di pari passo con l’”ascoltare” e il “chiedere”.
Ecco 5 utili suggerimenti:
– 1. Dire la verità, in modo semplice e con parole adatte all’età di chi ascolta. Anche i bambini più piccoli capiscono che questa non è una vacanza, ed è quindi corretto tranquillizzarli dicendo loro, ad esempio, che in questo momento esiste un mostriciattolo molto piccolo, visibile solo al microscopio, che salta velocemente e che, ad ogni salto, lascia in giro altri mostriciattoli come lui. Ma non c’è da preoccuparsi perché dottori, scienziati e bambini stanno facendo il possibile per mandarlo via, e anche noi possiamo allontanarlo seguendo insieme regole quali lavarsi le mani, non mettere dita in bocca o nel naso e restare momentaneamente a casa.
– 2. Riconoscere le emozioni, prima in noi stessi e successivamente nei bambini, nominandole in modo appropriato e senza negarle: va bene quindi ammettere di essere preoccupati. Questo aiuta i più piccoli a dare un nome ed un significato a quello che sentono e permette ai più grandi di non sentirsi soli e inadeguati. In una società che esalta la felicità e la perfezione, è importantissimo far passare il messaggio che va bene ed è normale provare sentimenti come paura, preoccupazione e solitudine.
– 3. Riflettere e far riflettere i ragazzi sui vantaggi della paura, che nelle giuste dosi ci serve a non mettere in atto pratiche contrarie al benessere personale e collettivo. Fondamentale è far comprendere che non si deve temere la paura stessa, perché tutte le azioni preventive sono strumenti con cui possiamo controllare la situazione.
– 4. Ascoltare i bambini, lasciando loro tempo e modo di esprimersi. Quello che stiamo affrontando è un momento delicato per tutti e, in questo contesto, i “monologhi” hanno poco senso. Importante è sfruttare i momenti di aggregazione familiare, come ad esempio i pasti, per domandare ai ragazzi come hanno dormito o come stanno ed ascoltarli. Dobbiamo tenere a mente che non tutti hanno le stesse abilità comunicative quando si tratta di emozioni, ed è quindi necessario dare loro tutto il tempo necessario per trovare le giuste parole, o il giusto modo, per parlarci.
– 5. Provare a trarre il meglio da questa “reclusione domestica”, facendo fare ai più piccoli giochi manuali come disegnare, costruire, giocare con la pasta di sale (semplice da fare in casa) e permettendo loro di guardare i cartoni animati per al massimo un’ora in tutto al giorno, senza però lasciarli mai da soli davanti alla televisione. Per i più grandi è importante dare delle regole orarie per l’utilizzo dei giochi virtuali, anche questi al massimo un’ora al giorno, e prediligere quelli manuali come fare puzzle o un dolce.
Dott.ssa Annunziata Lettiero
Annunziata.lettiero@gmail.com
349.3358881